Siti Reali

Eran Siti Reali le appartenenze di S. Leucio, Caserta, Carditello, Persano, Portici, Capodimonte, ecc, e generalmente tutte quelle città, e luoghi dove erano abitazione del Re, e cacce Reali (…)”.

(Michele BaffiRepertorio degli antichi atti governativi, 1852-55)

I «Siti Reali» e le Residenze Borboniche – diffusi in tutta l’estensione del Regno delle Due Sicilie ed in particolare nell’area metropolitana della Campania – costituirono un vero e proprio “sistema territoriale di poli” con funzioni museali, residenziali, venatorie, amministrative, agricole, industriali e di tutela del patrimonio ambientale.

Raccordati ai flussi di traffico dei «reali cammini», formarono quell’armatura urbana e territoriale che doveva costituire il necessario supporto alle attività sociali, culturali economiche, agricole ed industriali, promosse dalla politica di intervento pubblico attuata nel XVIII sec. da Carlo e poi da Ferdinando IV di Borbone, nei limiti di una visione assolutistica e paternalistica del potere.”

(Alessandro MannaAll’ombra dei Borbone, 2003)

Nell’area metropolitana di Napoli e nel Mezzogiorno d’Italia, si svolsero tra il secolo dei lumi e quello delle nazioni – anche grazie all’autonomia e all’indipendenza del regno – alcune tra le vicende culturali, sociali ed industriali più significative dell’intera Europa e del mondo.

Siti Reali furono il frutto di una politica attenta e lungimirante – nata nel Settecento nel clima dell’assolutismo che risentì delle influenze dell’illuminismo europeo e napoletano, illuminato, del settecento, della cultura neoclassica e in rapporto alla cultura neoclassica e al processo di rinnovamento della Civiltà europea – che perseguiva molteplici obiettivi miglioramento e trasformazione.

Tale esperimento innovatore, già riconosciuto all’epoca come tale, ha segnato la fisionomia di vaste aree del Mezzogiorno, costituendo insieme un vero e proprio “laboratorio europeo sperimentale” ed una rete di centri di innovazione territoriale di interesse artistico-culturale, socio-urbanistico e produttivo..

Nel nuovo disegno del territorio, i Siti Reali furono al centro della strategia di gestione e trasformazione del regno e contribuirono all’apertura dell’antica capitale di Napoli verso l’area circostante – prefigurando una nuova armatura territoriale, intorno alla quale si è poi sviluppata l’attuale area metropolitana della Campania – e verso il resto del regno.

Questo straordinario patrimonio culturale rappresenta un unicum imperdibile, manifestazione dell’identità culturale della Campania e della storia del Mezzogiorno dopo l’unità d’Italia.

La presenza oggi dei Siti Reali, in un ambito naturale, storico e culturale tra i più suggestivi al mondo, pur segnato dal degrado sociale ed ambientale, contribuisce a caratterizzare il contesto dell’area metropolitana di Napoli del Mezzogiorno, ed esprime un insieme di valori universalmente apprezzati e riconosciuti. In tal senso, la continuità storica e culturale rappresenta un elemento propulsivo da recuperare per favorire la coesione locale, l’inclusione sociale e lo sviluppo del territorio, trasmettendo ai giovani quanto oggi ci è stato tramandato dal passato.

La partecipazione democratica, il consenso delle comunità locali e la riscoperta delle proprie radici rappresentano, dunque, condizioni primarie per tutelare e promuovere lo straordinario patrimonio culturale dei Siti Reali – così come indicato nell’articolo 9 della Costituzione repubblicana – affinchè, inoltre, le future generazioni non perdano traccia, memoria e coscienza dei valori di cui esso è portatore attivo.

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