Strategie e abilità diplomatiche di una madre amorevole
Elisabetta Farnese, madre di Carlo di Borbone, è stata una figura centrale nell’ambito delle vicende politiche del Settecento e in particolare per le ambizioni personali e le sorti dei suoi figli. Regina italiana sul trono di Spagna, Elisabetta (1692 – 1766) è stata l’ultima erede della dinastia Farnese e dei Medici. Grazie all’opera persuasoria dell’abate Giulio Alberoni e a Marie Anne de La Trémoille, principessa des Ursins, sposò nel 1714 Filippo V re di Spagna, appena rimasto vedovo di Maria Luisa di Savoia.
Generalmente descritta come una donna forte e ambiziosa, tanto da influenzare molte scelte politiche del marito, fu artefice della politica del regno intervenendo negli assetti europei del periodo. La regina madre soffriva del fatto che i figli maschi di secondo letto, Carlo e Filippo, non sarebbero mai saliti al trono spagnolo e fece di tutto per assicurargli un futuro d’onore e per ottenere una collocazione adeguata in Italia riportando la questione della successione del ducato di Parma e Piacenza in primo piano presso le cancellerie europee e nell’ambito della guerre di successione.
Con astuzia e caparbietà, complice anche l’operato del neo cardinale Giulio Alberoni, la sovrana italiana riuscì ad ottenere con il trattato di Londra (2 agosto 1718) il riconoscimento al primogenito Carlo dei diritti di successione nel ducato di Parma e Piacenza e nel granducato di Toscana e successivamente, con il trattato dell’Escorial (7 novembre 1733) e quello di Vienna (18 novembre 1738), la riconquista del trono delle Due Sicilie, spianandogli la strada per quello che poi fu il suo ingresso trionfale a Napoli (1734) e permettendo quindi lo svilupparsi del grande periodo che l’Italia meridionale ha vissuto grazie ai Borbone.
Uguale sorte toccherà anche al secondogenito della Regina, Filippo, che nel 1748 divenne duca di Parma, Piacenza e Guastalla in virtù degli accordi presi con il Trattato di Aquisgrana (18 ottobre 1748) e dell’aiuto che la sovrana seppe conquistare da Luigi XV di Francia. Oltre alle questioni diplomatiche dalle fonti storiche si evince anche che Elisabetta Farnese, spesso menzionata per le qualità politiche, fosse un’ottima madre: moderna, affettuosa e più di tutto aperta ad un rapporto confidenziale con i suoi figli.
Il rapporto, in particolare, tra Carlo e la madre era molto intimo, considerando l’educazione familiare dell’epoca; testimonianze in tal senso sono le lettere che il giovane sovrano inviava ai genitori. In particolar modo ricordiamo quelle in cui, con affetto, si rivolgeva a sua madre in cerca di consigli circa i suoi primi problemi coniugali, ma anche le gioie dategli dalla sua amata Maria Amalia.
Il giovane sposo, infatti, in una delle sue epistole, confidò alla madre Elisabetta di aver raggiunto un’ottima intesa fisica e spirituale, tanto da ritenersi l’uomo più fortunato del mondo. La forte confidenza tra madre e figlio, inoltre, si evince dalle epistole, in cui Elisabetta, impaziente di assistere alla nascita dell’erede delle Due Sicilie, poneva al sovrano domande riguardo la sua vita privata con Maria Amalia.
“Dissi al Conte di Santisteban che, poiché qui non avevo nè padre nè madre, lo pregavo di dirmi come dovevo fare.”
Carlo senza veli informava la regina riguardo ai suoi primi incontri sentimentali che inizialmente non sembravano dare i frutti che si speravano poiché entrambi i novelli sposi arrivarono illibati e dunque inesperti alla prima notte di nozze. In cerca di consigli il giovane sovrano esprimeva così una forte intimità con la madre prodiga con il marito di attenzioni verso il futuro delle Due Sicilie.
Bibliografia
Caridi G., Carlo III. Un grande re riformatore a Napoli e in Spagna, Salerno Editrice, Roma, 2014.
Sodano G., Elisabetta Farnese. Duchessa di Parma. regina consorte di Spagna, matrona d’Europa, Salerno Editrice, Roma, 2021.